Charles Hoskinson, co-fondatore di Input Output Global (IOG) e della blockchain Cardano, si è scagliato contro l'ostilità dell'attuale amministrazione Biden-Harris nei confronti dell'industria delle criptovalute negli Stati Uniti, avvertendo che votare per Kamala Harris alle prossime elezioni presidenziali di novembre danneggerebbe ulteriormente il fiorente settore.
La presidenza di Harris minaccia le criptovalute
In un recente post su X, il creatore di Cardano Charles Hoskinson ha osservato che l'attuale amministrazione Biden ha adottato una posizione dura nei confronti del settore delle criptovalute negli ultimi anni.
Hoskinson ritiene che l'amministrazione Biden-Harris stia lavorando attivamente contro l'industria delle criptovalute, senza alcun segno di miglioramento o di "reset" nella sua strategia. Avverte che votare per Kamala Harris sarebbe dannoso per l'industria americana delle criptovalute, il che implica che lei continuerebbe questa percepita "guerra alle criptovalute".
I commenti di Hoskinson sono arrivati dopo la recente azione coercitiva della Federal Reserve statunitense contro la Customers Bank, favorevole alle criptovalute, che gli osservatori delle criptovalute ritengono sia un enorme superamento e potrebbe sopprimere l'innovazione nel settore delle criptovalute.
Repressione delle criptovalute
Hoskinson ha risposto al co-fondatore di Gemini Tyler Winklevoss, il quale ha affermato che la cosiddetta Operazione Choke Point 2.0 è ancora in pieno svolgimento. In un'azione coercitiva di 13 pagine contro la Customers Bank, la Federal Reserve le ordina di inviare un preavviso di 30 giorni prima di stabilire qualsiasi nuovo rapporto bancario con una società di criptovaluta.
Winklevoss ha sottolineato le implicazioni più ampie dell'azione coercitiva, sottolineando che la Customers Bank è una delle poche banche cripto-friendly rimaste negli Stati Uniti. Ha affermato che la Fed ora controlla l'accesso ai servizi bancari per le società crittografiche, decidendo di fatto chi può e chi non può creare un conto bancario, limitando quindi la loro capacità di operare. A suo avviso, se Harris vincesse, il numero di società crittografiche che riceverebbero l’approvazione potrebbe essere prossimo allo zero, se non addirittura zero.
“E non commettere errori, questa azione coercitiva è la Fed che gioca bene con le pistole Nerf. È solo l'apparecchiatura della tavola. Nemmeno l'antipasto. La Fed si sta comportando al meglio in questo momento perché le elezioni sono dietro l’angolo. Se Harris vincesse a novembre, i guanti si toglierebbero”, ha ipotizzato Winklevoss.
Prima che l’attuale presidente Joe Biden abbandonasse la corsa presidenziale del 2024, Winklevoss e Hoskinson avevano avvertito che la rielezione di Biden avrebbe distrutto il settore cripto americano.
Nel frattempo, l'ex presidente Donald Trump ha rilasciato ripetute dichiarazioni a sostegno delle criptovalute durante la campagna elettorale. Trump ha recentemente lanciato l’idea di utilizzare una piccola quantità di Bitcoin per ripagare l’enorme debito nazionale di 35mila miliardi di dollari del governo americano. E alla Bitcoin Nashville Conference, il candidato repubblicano è stato accolto da scroscianti applausi quando ha dichiarato che avrebbe "licenziato Gary Gensler" se avesse riconquistato la Casa Bianca, ponendo fine a una "crociata anti-criptovaluta".