Il Pump Fun implode: un ex dipendente diventato hacker denuncia presunte pratiche losche

Jarett Dunn, il presunto hacker dietro l'exploit Pump Fun, ha ottenuto la cauzione dopo il suo arresto a Londra. Dunn, conosciuto online come StaccOverflow, è accusato di aver drenato quasi 2 milioni di dollari dal mercato dei memecoin con sede a Solana il 16 maggio. Tuttavia, con una svolta sorprendente, Dunn non si dichiara innocente.

Invece, sostiene che il vero crimine risieda nella stessa Pump Fun.

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Pump Fun mirava a trarre vantaggio dalla mania dei memecoin che ha investito il mondo delle criptovalute. Tuttavia, la piattaforma è rimasta oscura fino a quando il presunto attacco hacker di Dunn non l'ha portata sotto i riflettori.

Anche se i dettagli rimangono scarsi, Dunn, postando da un diverso account online mentre era in custodia, afferma che intende sfidare l'accusa ("discutere con la corona" nelle sue parole) dipingendo Pump Fun come il vero criminale.

È interessante notare che l'arresto di Dunn è seguito al suo ultimo post sui social media su X, in cui rivelava la sua identità in modo sottile. Secondo il suo post su X e la società di intelligence, Dunn è stato liberato su cauzione dopo la sua detenzione.

Le accuse di Dunn dipingono il quadro di un'operazione potenzialmente fraudolenta. Sostiene che Pump Fun funzionava come una borsa valori o un sito di gioco d'azzardo non registrato , privo di licenze adeguate. Inoltre, afferma che la piattaforma non è riuscita a implementare i protocolli Know Your Customer (KYC) o Antiriciclaggio (AML), sollevando segnali di allarme su potenziali attività illegali.

Le sue affermazioni vanno oltre i regolamenti finanziari. Dunn sostiene che Pump Fun è stato inserito nella lista nera in Arabia Saudita per aver operato come casinò e li accusa di fuorviare gli investitori presentando una struttura del personale minima e impiegando potenzialmente lavoratori stranieri.

L'accusa più scioccante riguarda insinuazioni di "intenzioni di abuso di minori", sebbene Dunn non offra prove concrete oltre alla possibilità di un mandato di comparizione per le comunicazioni di Telegram.

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La legittimità delle affermazioni di Dunn resta da indagare. Tuttavia, il caso mette in luce il panorama etico spesso oscuro che circonda gli hack crittografici.

Dunn non è il primo hacker a sfidare lo status quo. Nel 2021, il famigerato hack di Poly Network ha visto la restituzione di oltre 610 milioni di dollari in fondi rubati. Questo incidente faceva pensare ad un hacker con una coscienza, che restituiva guadagni illeciti.

Domande irrisolte e un futuro oscuro

Il caso di hacking di Pump Fun solleva più domande che risposte. Le accuse di Dunn avranno peso in tribunale? Quali erano i veri motivi dell'hacking? La sua strategia di difesa rappresenta una nuova frontiera nel crimine crittografico, in cui gli hacker diventano autoproclamati garanti contro le ingiustizie percepite all’interno del sistema?

Immagine in primo piano da humisec.be, grafico da TradingView

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