Israele impiega una nuova IA militare nel conflitto di Gaza

L’esercito israeliano ha utilizzato per la prima volta la tecnologia basata sull’intelligenza artificiale nelle operazioni di combattimento durante il recente conflitto a Gaza, suscitando preoccupazioni circa il crescente utilizzo di armi autonome nella guerra contemporanea.

Il portavoce Daniel Hagari ha indicato l’ampia portata dell’applicazione della tecnologia, affermando che le forze israeliane operavano contemporaneamente “sopra e sottoterra”. Un alto funzionario della difesa ha rivelato all'AFP che la tecnologia viene utilizzata per neutralizzare i droni nemici e mappare l'ampia rete di tunnel di Hamas a Gaza.

Nel mezzo delle interruzioni causate dal conflitto, le nuove tecnologie di difesa, come i mirini alimentati dall’intelligenza artificiale e i droni robotici, offrono un barlume di speranza per l’industria tecnologica israeliana. Nonostante contribuisca per il 18% al PIL nel 2022, il settore ha dovuto affrontare sfide, con circa l’8% della sua forza lavoro mobilitata per compiti militari.

Avi Hasson, CEO di Startup Nation Central, ha sottolineato la duplice natura del conflitto poiché presenta sia minacce che opportunità per testare le tecnologie emergenti.

Tuttavia, l’aumento delle vittime civili sottolinea l’imperativo di un maggiore controllo sull’impiego di nuove tecnologie di difesa. Mary Wareham, esperta di armi presso Human Rights Watch, ha sottolineato l’urgente necessità di un maggiore controllo, attribuendo parte dell’attuale bilancio delle vittime all’utilizzo di nuove tecnologie nelle zone di conflitto.

A dicembre, oltre 150 paesi hanno sostenuto una risoluzione delle Nazioni Unite che riconosceva le gravi sfide e preoccupazioni poste dai progressi nella tecnologia militare, citando in particolare l’intelligenza artificiale e l’autonomia dei sistemi d’arma. Questo ampio sostegno sottolinea l’apprensione globale che circonda le implicazioni etiche della guerra moderna e l’urgente necessità di una cooperazione internazionale per affrontare questi problemi.

Israele sta mappando i tunnel di Hamas con droni guidati dall'intelligenza artificiale

L'impegno del primo ministro Benjamin Netanyahu nel “distruggere” Hamas dipende in modo significativo dallo smantellamento dell'intricata rete di tunnel sotterranei utilizzati dai combattenti del gruppo per ripararsi e tenere ostaggi. Definita dall'esercito israeliano la "metropolitana di Gaza", questa rete comprende un vasto labirinto di tunnel, con stime che suggeriscono che ci siano circa 1.300 tunnel che si estendono per oltre 500 chilometri (310 miglia), come riportato da un recente studio dell'accademia militare statunitense Punto ad Ovest.

L’esercito israeliano si è rivolto a tecnologie innovative per mappare efficacemente questi tunnel, in particolare droni dotati di intelligenza artificiale (AI). Questi droni abilitati all’intelligenza artificiale sono progettati per imparare a rilevare la presenza umana e possono navigare negli ambienti sotterranei. Uno di questi droni, sviluppato dalla startup israeliana Robotican, è racchiuso in un guscio robotico, che gli consente di operare nei passaggi sotterranei di Gaza.

Secondo un alto funzionario della difesa israeliana, questi droni vengono utilizzati a Gaza per penetrare nei tunnel e raccogliere informazioni, sfruttando la loro capacità di trasmettere dati nonostante le difficoltà di comunicazione sotterranee. Prima del conflitto, i limiti tecnologici ostacolavano le operazioni dei droni sotto terra a causa delle difficoltà di trasmissione delle immagini in superficie. Tuttavia, i progressi nell’intelligenza artificiale hanno consentito a questi droni di superare tali ostacoli, migliorando la capacità di Israele di sorvegliare e neutralizzare le minacce all’interno della rete di tunnel.

Se da un lato il conflitto ha suscitato preoccupazioni sulle implicazioni sui diritti umani, dall'altro ha anche sottolineato la posizione di Israele come produttore leader di sistemi di difesa all'avanguardia. Rapporti del Wall Street Journal indicano che gli Stati Uniti, il principale alleato internazionale di Israele e un importante fornitore di aiuti militari, stanno adottando la tecnologia sviluppata da Israele per addestrare i propri soldati.

Nello specifico, i soldati statunitensi vengono addestrati a utilizzare i mirini ottici di Smart Shooter per contrastare la minaccia rappresentata dai droni, consolidando ulteriormente la collaborazione e lo scambio di competenze nella tecnologia di difesa tra le due nazioni.

Israele schiera Angry Birds contro le minacce dei droni

Il conflitto tra Hamas e Israele il 7 ottobre ha segnato una significativa escalation, con conseguenti notevoli perdite di vite umane e ostaggi. Secondo un conteggio dell'AFP basato su dati ufficiali, circa 1.160 persone in Israele, principalmente civili, hanno perso la vita nell'attacco, con Hamas che avrebbe tenuto circa 250 ostaggi, tra cui circa 132 che si ritiene siano ancora a Gaza, con almeno 29 morti temuti. .

La risposta militare di Israele, tuttavia, ha portato a un bilancio delle vittime molto più alto a Gaza, con quasi 28.000 vittime segnalate dal ministero della sanità del territorio governato da Hamas, prevalentemente donne e bambini.

Questo conflitto moderno è stato caratterizzato dall’uso diffuso di veicoli aerei senza pilota (UAV) poco costosi, comunemente chiamati droni, che hanno consentito di effettuare attacchi aerei in modo più semplice ed economico.

Hamas ha utilizzato i droni per sganciare esplosivi durante l’attacco del 7 ottobre, spingendo Israele a utilizzare tecnologie innovative per contrastare queste minacce. In particolare, l’esercito israeliano ha utilizzato mirini ottici abilitati all’intelligenza artificiale, sviluppati dalla startup israeliana Smart Shooter, che possono essere attaccati a varie armi, inclusi fucili e mitragliatrici.

Secondo un alto funzionario della difesa, questa tecnologia migliora la capacità dei soldati di intercettare i droni ostili, trasformando di fatto ogni soldato in un abile tiratore scelto, indipendentemente dalle disabilità visive.

Un altro metodo utilizzato da Israele per neutralizzare i droni nemici prevede lo schieramento di un drone “amico” dotato di una rete in grado di intrappolare gli UAV ostili e renderli inefficaci. Questa tattica è stata soprannominata “Angry Birds” dal personale militare, riflettendo la natura dello scontro drone contro drone.

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