L’ economia statunitense, come una nave che cerca di navigare in una tempesta, vede le ondate di inflazione iniziare ad attenuarsi. Tuttavia, i problemi monetari sottostanti assomigliano alle correnti profonde e insidiose che continuano a minacciare la stabilità della nave. Il viaggio degli Stati Uniti attraverso queste turbolente acque economiche è segnato dalla fluttuazione dei rendimenti del Tesoro, dalle tensioni nel settore bancario e dall’incombente spettro dei default aziendali.
Tempi turbolenti per i mercati finanziari statunitensi
Ricordi i giorni in cui il mercato obbligazionario sembrava benigno come un gatto assonnato al sole? Ebbene, quei giorni sono ormai lontani. Il mondo del reddito fisso si è trasformato in qualcosa di più simile a una bestia selvaggia. Il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni di riferimento degli Stati Uniti, che è un indicatore per i mercati finanziari globali, è salito a un massimo di 16 anni di oltre il 5% in ottobre, una forte salita da meno dell’1% nel 2020. Questo forte aumento ha scosso molti settori finanziari. imprese, che in precedenza si erano abbuffate di debito sovrano e societario a buon mercato.
Il settore bancario ha sentito il caldo a marzo, quando la Silicon Valley Bank è diventata la più grande banca fallita dal 2008. Presa in un vortice di fuga di depositi e perdite sulla vendita di obbligazioni, il collasso della banca ha provocato onde d'urto in tutto il settore. Anche gli assicuratori sulla vita non sono rimasti immuni. Con i loro portafogli obbligazionari generalmente mantenuti fino alla scadenza, l’aumento dei tassi ha suscitato timori di vendite forzate. La situazione negli Stati Uniti ha avuto eco oltreoceano, dove il salvataggio di Eurovita in Italia ha portato un po' di sollievo al settore assicurativo europeo.
I mercati del debito societario rappresentano un’altra area di preoccupazione. Moody’s ha segnalato più default aziendali statunitensi nella prima metà del 2023 che nell’intero anno precedente. Con l’avvicinarsi del 2024, con l’enorme cifra di 250 miliardi di dollari di debito non finanziario di tipo speculativo in scadenza, le prospettive di rifinanziamento appaiono fosche. Per il settore del private equity, abituato a sfruttare il debito per le acquisizioni, queste sono alcune delle condizioni più difficili affrontate nella sua storia.
La lenta ritirata dell’inflazione e la strada da percorrere
Mentre l’inflazione comincia a mostrare segnali di rallentamento, c’è un barlume di speranza che l’era della stretta monetaria possa avvicinarsi alla fine. A metà dicembre, Wall Street ha risposto con giubilo alle dichiarazioni accomodanti del presidente della Federal Reserve Jay Powell, spingendo il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni sotto il 4% per la prima volta da agosto. Tuttavia, non è ancora il momento di stappare lo champagne.
La lotta contro l’inflazione è lungi dall’essere finita. I banchieri centrali, quegli imprevedibili capitani al timone, potrebbero avere ancora qualche sorpresa nella manica. I tagli dei tassi di interesse potrebbero avvenire più lentamente di quanto previsto dai mercati. Con l’indebitamento record di governi, imprese e famiglie, la minaccia del riemergere di tensioni finanziarie incombe fortemente.
Mentre guardiamo alla sfera di cristallo economica per il 2024 e oltre, il panorama è oscuro. L’economia americana, pur mostrando segnali di resilienza, non è ancora fuori pericolo. La delicata danza tra il controllo dell’inflazione e il mantenimento della stabilità economica continua. È un atto di equilibrio che richiede non solo abilità ma anche una buona dose di fortuna. Mentre gli Stati Uniti salpano, la speranza è che il peggio della tempesta sia passato, ma il viaggio verso acque più calme è irto di incertezze.