Scandalo cripto: oligarca russo accusato di aver evaso le sanzioni nella vendita di azioni societarie da 15 milioni di sterline

Un "oligarca russo" sanzionato, Mikhail Klyukin, è finito sotto esame con l'accusa di aver eluso le sanzioni vendendo azioni per un valore di oltre 15 milioni di sterline in una società di criptovaluta presieduta dall'ex cancelliere britannico Philip Hammond.

Si ritiene che la transazione, che prevedeva il trasferimento di fondi in criptovaluta, fosse un tentativo di eludere le sanzioni statunitensi.

Tecnologie di rame della Crypto Company sotto tiro

Secondo un rapporto del Guardian, Mikhail Klyukin ha dovuto affrontare sanzioni a causa del suo ruolo nel consiglio di sorveglianza dell’istituto di credito russo Sovcombank, in seguito all’invasione dell’Ucraina e all’attacco da parte degli Stati Uniti alle “élite vicine a Vladimir Putin”.

Copper Technologies, una società specializzata in sistemi digitali per gli investimenti e il commercio di criptovalute, si è preoccupata quando Klyukin, che possedeva più del 2% dell'azienda, è apparso nell'elenco delle sanzioni della Casa Bianca nel marzo 2022.

Poiché la presenza di Klyukin nel registro degli azionisti rappresentava un rischio per Copper, la società avrebbe organizzato una transazione volta a rimuoverlo. Agendo come intermediario, Copper ha facilitato la vendita delle azioni di Klyukin a un acquirente disponibile che ha pagato oltre 15 milioni di sterline in sterline.

Copper ha quindi convertito il pagamento in criptovaluta e ha trasferito le risorse digitali a Klyukin. La transazione sembra essere stata strutturata per evitare di violare le sanzioni statunitensi, che vietano il coinvolgimento di cittadini americani o l’uso di dollari nei rapporti con individui sanzionati.

Gli esperti legali evidenziano i rischi potenziali che Copper avrebbe potuto affrontare, comprese sanzioni secondarie, se le autorità statunitensi fossero state consapevoli del suo coinvolgimento in un accordo a vantaggio di un individuo sanzionato.

Le sanzioni secondarie consentono a Washington di penalizzare entità non statunitensi che minano le sanzioni statunitensi, portando potenzialmente all’esclusione dal sistema finanziario statunitense.

L’uso della criptovaluta per i trasferimenti di fondi avrebbe potuto aggravare ulteriormente la situazione, poiché un ordine esecutivo del presidente Joe Biden vieta esplicitamente transazioni ingannevoli o strutturate che utilizzano valute digitali per eludere le sanzioni.

Esame sulle richieste di evasione delle sanzioni

Secondo il rapporto, Copper Technologies sostiene di aver rispettato tutte le leggi sulle sanzioni applicabili sulla base di consulenza legale esterna. Fonti vicine a Klyukin affermano che le sue società hanno aderito alle sanzioni statunitensi, inclusa la vendita di azioni di Copper. La società ha dichiarato in merito:

Abbiamo considerato attentamente le implicazioni, anche con l’assistenza di consulenti esterni specializzati in sanzioni in varie giurisdizioni, e abbiamo concluso che la transazione era conforme a tutti i requisiti sanzionatori applicabili.

Philip Hammond, che divenne presidente di Copper nel gennaio 2023, secondo quanto riferito non era a conoscenza della vendita di azioni in quel momento, ma ne fu successivamente informato durante una revisione dei principali azionisti.

La difesa degli asset digitali da parte di Copper ha incontrato lo scetticismo delle autorità di regolamentazione finanziaria del Regno Unito, mentre il mancato ottenimento della piena approvazione da parte della Financial Conduct Authority da parte della società e la recessione del mercato globale delle criptovalute hanno influito sul valore delle sue azioni di crescita.

Criptovaluta

Immagine in primo piano da Shutterstock, grafico da TradingView.com

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