L’investitore veterano Jim Rogers prevede il declino del dollaro USA e sottolinea il ruolo dello yuan cinese

L'esperto investitore Jim Rogers, cofondatore del Quantum Fund insieme a George Soros, ha riacceso il dibattito sulla fine del dominio del dollaro USA. In un'intervista con Nomad Capitalist, Rogers attira l'attenzione sullo yuan cinese come un contendente plausibile, a condizione che la Cina allenti i controlli valutari. Inoltre, respinge l’influenza dei BRICS, considerandoli più un concetto che un’alleanza economica funzionale.

L’inevitabile caduta del dollaro USA

Il dollaro americano è da decenni la spina dorsale del sistema finanziario globale. Tuttavia, Rogers sottolinea che nessuna valuta ha mantenuto la sua posizione di vertice per più di 150 anni nella storia. Secondo Rogers “l’era del dollaro americano sta giungendo al termine”. Con queste parole, l’investitore veterano segnala un cambiamento epocale nell’ordine economico mondiale. Pur riconoscendo di possedere una quantità significativa di dollari statunitensi, Rogers ritiene che i giorni della valuta come riserva globale siano contati. Lo status degli Stati Uniti come la più grande nazione debitrice nella storia del mondo complica ulteriormente la situazione.

Mentre le altre valute restano indietro, lo yuan cinese sembra essere l’unico probabile candidato a detronizzare il dollaro statunitense. Tuttavia, c'è un problema. Rogers sottolinea che lo yuan rimane una “valuta bloccata”, limitata dai severi controlli sui capitali della Cina. Affinché lo yuan possa rafforzarsi, la Cina deve prima “aprire completamente la sua valuta”, consentendo la libera compravendita del renminbi proprio come l’euro o il dollaro statunitense. Rogers sottolinea che la Cina ha gradualmente revocato queste restrizioni negli ultimi 20 anni, ma ritiene che il ritmo sia stato insufficiente.

BRICS: Un fallimento secondo Rogers

Rogers assume una posizione scettica nei confronti dell’alleanza economica globale nota come BRICS, che comprende Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa. Nonostante le pretese di espansione e la recente aggiunta di paesi come Arabia Saudita, Iran e Argentina, Rogers considera i BRICS nient’altro che un “incontro annuale” senza sostanza. A suo avviso, i BRICS rimangono un “frutto dell'immaginazione di qualcuno”, incapaci di rappresentare una sfida significativa alle strutture finanziarie esistenti.

Nel complesso, Rogers presenta una visione del futuro che fa riflettere, mettendo in luce l’imminente declino del dollaro USA e riconoscendo solo lo yuan cinese come potenziale successore. Anche se le sue opinioni aggiungono peso al dibattito in corso sul futuro della finanza globale, una cosa rimane chiara: il cambiamento è all’orizzonte e potrebbe essere drastico.

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