Nel panorama dinamico della finanza globale, dove l’alleanza BRICS sta affilando gli artigli, puntando al ventre molle della supremazia del dollaro USA, l’India emerge come un faro di speranza per il biglietto verde.
Mentre la coalizione BRICS potrebbe presumere di avere il sostegno incrollabile di tutti i suoi membri nel tentativo di rovesciare il dollaro, la traiettoria economica e le alleanze diplomatiche dell’India dipingono un quadro diverso.
La spada a doppio taglio dell’adesione ai BRICS
L’alleanza BRICS, una congregazione di paesi in via di sviluppo, cerca con fervore di privare il dollaro statunitense della sua corona di valuta di riserva globale da lungo tempo detenuta. Cina e Russia, due potenze influenti all’interno della coalizione, sostengono con fervore la causa della completa de-dollarizzazione.
Le loro motivazioni, tuttavia, sembrano tutt’altro che altruistiche ai membri più osservatori del blocco. Vi è una crescente speculazione, e non priva di fondamento, secondo cui Cina e Russia potrebbero utilizzare i BRICS come armi per i propri progetti di de-dollarizzazione.
Tuttavia, non tutti i membri sono pronti a salire a bordo dell’espresso della de-dollarizzazione. Nazioni come il Sudafrica, il Brasile e, in particolare, l’India, procedono con cautela. La loro riluttanza deriva dalla diffidenza nei confronti del dragone nascente, la Cina, e dai suoi progetti di consolidamento del potere.
Le voci geopolitiche indicano che questi paesi, l’India in particolare, non sono pronti a mettere a repentaglio la loro salute economica e le relazioni internazionali per una visione che puzza di secondi fini.
L'ancora americana dell'India
Vantando una delle economie in più rapida espansione a livello globale, con un PIL che ha già superato la soglia dei 3,75 trilioni di dollari quest'anno, lo slancio economico dell'India è innegabile.
Le previsioni di Goldman Sachs suggeriscono addirittura la possibilità che il PIL indiano superi quello degli Stati Uniti in un lontano futuro. Ma questo significa che l’India metterebbe a repentaglio le sue fiorenti relazioni economiche con gli Stati Uniti per i BRICS? Altamente improbabile.
Con gli Stati Uniti che fanno affidamento sull’India come principale fornitore di supporto back-end IT, la posta in gioco è alta. Il tessuto economico tra le due nazioni è ricco e intricato. Un semplice lamento da parte dell’India di recidere la sua dipendenza dal dollaro potrebbe mettere a repentaglio milioni di posti di lavoro e agitare il calderone della turbolenza economica.
In cima c’è un arazzo di accordi commerciali da miliardi di dollari che legano l’India agli Stati Uniti, formando un legame economico troppo forte per essere reciso per i capricci dei BRICS.
Anche se gli Stati Uniti e l’India condividono una relazione economica reciprocamente vantaggiosa, non è solo una questione di numeri. Il loro legame è cementato da valori condivisi, aspirazioni e rispetto reciproco.
Al contrario, il rapporto dell’India con la Cina è pieno di controversie sui confini e disaccordi commerciali, con soluzioni diplomatiche che fluttuano ancora nel regno dell’incertezza.
Detto questo, sembra assurdo presumere che l’India segua ciecamente i dettami economici della Cina, soprattutto quando ciò minaccia la prospera traiettoria dell’India.
Jim O'Neill, la mente stessa dietro l'acronimo BRIC, ha sottolineato la palpabile discordanza tra India e Cina. L’idea che questi due giganti asiatici, con le loro nette differenze e disaccordi, si impegnino in una visione condivisa della valuta sembra inverosimile, se non addirittura fantastica.
Il punto è che mentre il mondo guarda con il fiato sospeso l’alleanza BRICS, l’occhio attento è rivolto all’India. Manterrà la santità dei suoi impegni economici o vacillerà sotto il peso delle ambizioni dei BRICS? Per ora, sembra che l’India potrebbe essere proprio il fulcro che impedisce al dominio del dollaro americano di crollare.