L’Argentina rifiuterà l’invito dei BRICS?

Un cambiamento epocale si sta preparando nel panorama politico ed economico del Sud America, e l’Argentina si trova all’epicentro. Con i BRICS che cercano di espandere la propria influenza invitando l'Argentina insieme ad altre cinque nazioni nel suo gregge, la posizione dell'Argentina rimane avvolta nell'incertezza, soprattutto grazie alle imminenti elezioni generali.

La politica elettorale getta un’ombra

Mentre l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, l’Egitto, l’Iran e l’Etiopia sembrano pronti ad abbracciare l’adesione dei BRICS, la bussola politica dell’Argentina appare più instabile.

Il presidente uscente, Alberto Fernandez, ha definito l'invito dei BRICS un biglietto d'oro, vedendolo come un'opportunità per rafforzare la posizione globale dell'Argentina. Tuttavia, il tessuto politico della nazione non è uniformemente tessuto a favore dei BRICS.

Con le elezioni generali alle porte, la decisione dei BRICS in Argentina potrebbe benissimo essere un pendolo che oscilla tra due candidati alle primarie: Sergio Massa e Javier Milei.

Entrambi gli uomini, pur provenendo da ideologie politiche disparate, eserciteranno il potere di orientare l’Argentina verso o lontano dall’alleanza BRICS.

Massa, il tedoforo del liberale “Partito Giustizialista”, rispecchia il sentimento pro-BRICS di Fernandez. Se ne uscisse vittorioso, la fedeltà dell’Argentina alla visione dei BRICS sarebbe scontata. Ma la politica, soprattutto in una nazione vibrante come l’Argentina, non è mai così semplice.

Il fattore Milei

Entra Javier Milei, il cavallo oscuro del partito "Proposta repubblicana". In netto contrasto con Massa, Milei è un faro per l’estrema destra.

Proclamando un mantra anti-establishment, non ha usato mezzi termini nell'esprimere il suo disprezzo per Cina e Russia, definendoli regimi dall'indole sinistra.

Le lamentele di Milei non si fermano solo alle maggiori potenze dei BRICS. Si oppone con veemenza all'inclusione dell'Iran, riferendosi al traumatico bombardamento del 1994 di un centro ebraico a Buenos Aires, che rimane una piaga purulenta nella memoria collettiva dell'Argentina.

Tali eventi, per Milei, non sono semplici note storiche; sono una testimonianza del discutibile allineamento dei BRICS. Inoltre, la dura critica di Milei al brasiliano Lula da Silva per aver appoggiato l’infiltrazione dei BRICS in Sud America dipinge un quadro vivido della sua visione: quella in cui la libertà, come lui la percepisce, regna sovrana, libera dall’influenza dei BRICS e dei suoi attori chiave.

In sostanza, l'incontro dell'Argentina con i BRICS non è tanto una decisione economica quanto politica. L’elettorato, più che mai, ha in mano le carte. Il loro verdetto vedrà l’Argentina rafforzare l’alleanza BRICS o subire un rifiuto provocatorio.

Con l'avvicinarsi del giorno delle elezioni, una cosa rimane chiara: la decisione dell'Argentina sui BRICS rifletterà la sua identità politica. Resta da vedere se la nazione propende per le promesse liberali di Massa o si lascia influenzare dal fervente nazionalismo di Milei. Il mondo osserva con il fiato sospeso, poiché la scelta dell'Argentina modellerà innegabilmente le dinamiche geopolitiche dei nostri tempi.

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