Il dramma che circonda i tassi di risparmio nel settore bancario del Regno Unito sta raggiungendo livelli febbrili. La Financial Conduct Authority (FCA), il cane da guardia di queste potenze finanziarie, è entrata nell’arena, gettando un’ombra di apprensione su numerose banche e società di costruzione.
Il messaggio? È giunto il momento che la bilancia penda a favore dei risparmiatori.
Il peso della mossa monumentale di NS&I
Per aggiungere carburante a questo ambiente già surriscaldato, National Savings & Investments (NS&I), il sostenitore sostenuto dallo stato, ha lanciato una bomba.
Hanno deciso di alzare la posta, rivedendo il tasso sulle loro obbligazioni fisse a un anno, portandolo allo strabiliante 6,2%, un aumento significativo rispetto al precedente 5%.
E indovina cosa? Questo non è un salto qualunque. Per la prima volta dal 2010, NS&I ha sbaragliato la concorrenza, lasciando dietro di sé le altre banche.
Tradizionalmente, NS&I ha mantenuto un profilo basso, evitando qualsiasi mossa sfacciata che potesse causare increspature nel mercato del risparmio. Tuttavia, le tendenze recenti mostrano che i risparmiatori stanno spostando i loro forzieri altrove, un cambiamento evidente dai dati provenienti dalla Banca d’Inghilterra.
Ora che NS&I sta tirando fuori le armi più grosse, c’è da chiedersi se le altre banche stiano avvertendo le scosse di questo cambiamento sismico.
Lo sguardo della FCA e le banche nel mirino
Torniamo alla FCA, custode del fair play in finanza. Non si tratta solo di eliminare preoccupazioni casuali; richiede risposte. Nove istituti finanziari sono stati ora incaricati di difendere il loro angolo dopo che la FCA ha segnalato preoccupazioni sui recenti incrementi dei tassi.
I mutuatari, a quanto pare, hanno sopportato il peso maggiore degli aumenti dei tassi, mentre i risparmiatori sono rimasti a grattarsi la testa, chiedendosi perché la loro conclusione dell’accordo sembra così desolante.
A loro difesa, le banche e le società di costruzione sono in un po’ di pantano. Si parla di un plateau del tasso della Banca d'Inghilterra all'attuale 5,25%.
Se le voci del capo economista della Banca, Huw Pill, dovessero avere peso, gli istituti finanziari potrebbero ritrovarsi ammanettati e in difficoltà nell’offrire tassi migliori ai risparmiatori.
Questo sentimento è stato ripreso da diversi istituti di credito, che hanno espresso la loro intenzione di tenere d’occhio le condizioni di mercato e il tasso bancario, tenendo le carte vicino al petto prima di fare qualsiasi mossa audace.
Ma mettiamo le cose in prospettiva. NatWest offre un discreto 5,5% sul suo principale prodotto a tasso fisso. Barclays non è molto indietro con un tasso del 5,3% sulla sua obbligazione a un anno, con Lloyds e HSBC in coda rispettivamente al 5,45% e al 5,05%.
La Allied Irish Bank, non volendo rimanere nella polvere, prevede di aumentare il tasso al 4,75% a settembre. Mosse ammirevoli? Sicuro. Ma se li si confronta con lo sconcertante 6,2% di NS&I, è evidente che non sono nella stessa lega.
UK Finance, portavoce di oltre 300 gruppi finanziari, sostiene che il settore bancario del Regno Unito rimane competitivo.
Essi suggeriscono che le banche della regione sono state più generose nel trasferire gli aumenti dei tassi di interesse ai risparmiatori rispetto alle loro controparti internazionali. Una pacca sulla spalla confortante? Difficilmente. I risparmiatori non cercano un premio di consolazione. Stanno cercando il miglior rapporto qualità-prezzo.
Nel mezzo di questa tempesta, Sheldon Mills della FCA ha lanciato la sfida. La visione della FCA è chiara: un mercato del risparmio in contanti fortemente competitivo che non lasci i risparmiatori al freddo. E per assicurarsi che le banche rispettino la linea, stanno tirando fuori i pezzi grossi: le regole del Consumer Duty.
È un orizzonte tempestoso per il settore bancario del Regno Unito. Ma speriamo che, una volta che le acque si saranno calmate, i risparmiatori emergano vittoriosi. Dopotutto, non era ora che ricevessero ciò che gli è dovuto?