Le scale del potere economico e del dinamismo si sono inclinate in modo schiacciante a favore degli Stati Uniti , lasciando l'Europa alle prese con un divario crescente.
Questo squilibrio sta influenzando in modo significativo gli standard di vita relativi e il perseguimento dell'"autonomia strategica" da parte dell'Europa, che diventa sempre più dipendente dagli Stati Uniti per la tecnologia, l'energia, il capitale e la protezione militare.
L'ascesa fulminea dell'America: una storia di due economie
Tornando al 2008, le economie americana ed europea giocavano alla pari. Tuttavia, la traiettoria delle fortune economiche di queste regioni ha preso una svolta divergente in seguito alla crisi finanziaria globale.
A partire dal 2022, l'economia americana è salita a 25 trilioni di dollari, in netto contrasto con il valore economico combinato dell'UE e del Regno Unito, che si attesta a 19,8 trilioni di dollari.
L'economia statunitense ora sovrasta quella europea di quasi un terzo ed è più grande di oltre il 50% rispetto all'UE senza il Regno Unito. Dietro queste sconcertanti statistiche si cela la narrazione di una regione con prestazioni inferiori, che segue settore per settore.
Il panorama tecnologico europeo è sminuito da giganti statunitensi come Amazon, Microsoft e Apple, con sette delle più grandi aziende tecnologiche del mondo, per capitalizzazione di mercato, americane. Il continente ha solo due rappresentanti nella top 20, ASML e SAP.
Il ritardo tecnologico e industriale dell'Europa
La debole posizione tecnologica e industriale dell'Europa diventa più pronunciata se si considera la mancanza di università di alto livello che alimentano le startup tecnologiche e la diminuzione della produzione di semiconduttori.
La quota dell'Europa nella produzione globale di semiconduttori è crollata dal 44% nel 1990 a un mero 9% di oggi, dietro al 12% degli Stati Uniti. Inoltre, il predominio degli Stati Uniti si estende alla pipeline di impianti di semiconduttori che dovrebbero diventare operativi entro il 2025.
Anche sulla scia di ambiziose politiche industriali progettate per rinvigorire i produttori di chip e di veicoli elettrici, l'Europa deve affrontare notevoli sfide.
Gli Stati Uniti, sostenuti dallo status del dollaro come valuta di riserva mondiale, possono finanziare le proprie ambizioni con relativa facilità. Al contrario, l'UE, con un budget notevolmente inferiore e solo una recente incursione nell'emissione di debito comune, deve affrontare una dura battaglia.
Il capitale privato, più abbondante negli Stati Uniti, allarga ulteriormente il divario economico. La scarsità di consistenti fondi pensione in Europa, che conferiscono profondità ai mercati dei capitali statunitensi, aumenta la dipendenza del sindacato dai mercati dei capitali statunitensi.
La difficile situazione energetica dell'Europa è un altro fattore che contribuisce a questa disparità. La rivoluzione dello scisto americano lo posiziona come il più grande produttore mondiale di petrolio e gas, mentre i prezzi dell'energia nella regione continuano a salire alle stelle.
Le industrie europee, alle prese con costi energetici tre o quattro volte superiori rispetto alle loro controparti americane, affrontano una minaccia imminente di chiusura delle fabbriche.
L'Europa ha qualche fiore all'occhiello. Le dimensioni del mercato unico dell'UE hanno costretto le aziende globali ad adottare i regolamenti dell'UE, un fenomeno noto come "effetto Bruxelles".
Detiene anche la leadership nelle industrie dello "stile di vita", attirando quasi i due terzi degli arrivi turistici mondiali e dominando il mercato dei beni di lusso.
Tuttavia, queste vittorie sembrano quasi pirriche di fronte alla continua lotta dell'Europa per competere con gli Stati Uniti in termini di capacità economica. Il suo relativo comfort potrebbe inibire un senso di urgenza necessario per invertire questo declino.
Allo stato attuale, l'economia statunitense non sta solo superando quella europea, ma sta dettando il ritmo globale.