La Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) ha lanciato un duro avvertimento in merito ai presunti rischi associati alle stablecoin, esortando le nazioni ad accelerare la tokenizzazione delle proprie valute.
Stablecoin sotto esame
La BRI, spesso definita la banca centrale delle banche centrali, ha evidenziato preoccupazioni quali la possibilità che le stablecoin indeboliscano la sovranità monetaria, problemi di trasparenza e il rischio di fuga di capitali dalle economie in via di sviluppo.
Questo annuncio arriva poco dopo l'approvazione da parte del Senato degli Stati Uniti del disegno di legge sulle stablecoin (GENIUS Act), volto a stabilire un quadro normativo per le stablecoin ancorate al dollaro statunitense, una mossa che potrebbe aumentare significativamente la loro popolarità se approvata dalla Camera.
In una delle prime pubblicazioni del suo rapporto annuale, la BRI ha affermato: "Le stablecoin come forma di moneta solida sono carenti e, senza regolamentazione, rappresentano un rischio per la stabilità finanziaria e la sovranità monetaria".
Hyun Song Shin, consulente economico della BRI, ha illustrato i limiti delle stablecoin, sottolineando che non dispongono delle tradizionali funzioni di regolamento fornite dalle banche centrali.
Ha tracciato dei parallelismi con le banconote private che circolavano negli Stati Uniti durante l'era del Free Banking del XIX secolo, sottolineando che le stablecoin possono essere scambiate a tassi di cambio variabili a seconda dell'emittente, il che mina l'affidabilità della valuta emessa dalla banca centrale.
Shin ha anche messo in guardia dal rischio di "svendite" degli asset che sostengono le stablecoin in caso di crollo, facendo riferimento ai fallimenti di TerraUSD (UST) e LUNA nel 2022.
Inoltre, sono emerse preoccupazioni in merito al controllo delle stablecoin, soprattutto considerando che Tether detiene più della metà del mercato ma si è ritirata dall'Unione Europea in seguito all'introduzione di nuovi requisiti di licenza per gli operatori di stablecoin.
BIS sostiene il registro unificato tokenizzato
Andrea Maechler, Vice Direttore Generale della BRI, ha sottolineato che le questioni relative alla trasparenza e alla qualità degli asset rimangono critiche. "Ci si interroga sempre sulla qualità del supporto degli asset. Il denaro è davvero lì? Dove si trova?", ha chiesto.
Per affrontare queste sfide, la BRI sostiene che le banche centrali dovrebbero perseguire l’obiettivo di creare un “registro unificato” tokenizzato che incorpori le riserve delle banche centrali, i depositi delle banche commerciali e i titoli di Stato .
Questo approccio mira a garantire che la moneta della banca centrale rimanga il mezzo principale di pagamento globale, integrando al contempo valute e obbligazioni in un'unica "piattaforma programmabile".
Si prevede che la tokenizzazione creerà un sistema bancario centrale digitalizzato che faciliterà pagamenti e transazioni su titoli istantanei e convenienti, eliminando i controlli che richiedono molto tempo e migliorando al contempo la funzionalità.
Secondo la banca, il sistema proposto mira a realizzare “maggiore trasparenza, resilienza e interoperabilità”, proteggendola potenzialmente da alcuni degli aspetti più volatili delle criptovalute .
Rimangono tuttavia ostacoli significativi, tra cui la questione di chi stabilirà le regole di governo della piattaforma e il desiderio dei singoli Paesi di mantenere il controllo sui propri sistemi monetari.
Immagine in evidenza da DALL-E, grafico da TradingView.co